Memorie



Il Coro degli Alpini a Caporetto

di Daniele Verga

Quest'anno ricorre il primo centenario dell'entrata dell'Italia nella Grande Guerra e il mio pensiero torna alla valle dell'Isonzo che con le sue stupende acque color smeraldo scorre a volte lento, a volte impetuoso, conservando la solennità e la sacralità di luoghi che furono testimoni delle XII sanguinose battaglie in cui in oltre due anni di cruenti scontri si confrontarono con tanto dispendio di energie e di giovani vite ma con scarsi esiti risolutivi gli eserciti italiano ed austro-ungarico.

            Durante la mia missione in Slovenia ho avuto occasione di visitare più volte le montagne che sovrastano la valle dell'Isonzo e di percorrere tratti di trincee e di camminamenti (anche oltre i 1.500 metri) lungo la linea orientale del fronte che correva da Tarvisio fino a Gorizia ed a Grado, potendo così constatare anche se soltanto con l'immaginazione le proibitive condizioni metereologiche ed ambientali in cui con abnegazione ed eroismo hanno combattuto i soldati di entrambe le parti.

            Conservo tra i ricordi più cari ed emozionanti della mia esperienza di Capo Missione  a Lubiana l'annuale cerimonia di commemorazione al Sacrario di Caporetto con grande partecipazione di autorità civili e militari e delle Associazioni combattentistiche dall'Italia e della comunità nazionale in Slovenia e di rappresentanti ufficiali locali  e che si svolge di norma il penultimo sabato di ottobre nella ricorrenza del 24 ottobre 1917, inizio della omonima battaglia con cui le forze austro-ungariche e tedesche sfondarono le linee tenute dalle truppe italiane, che dovettero retrocedere, con una precipitosa e drammatica ritirata, fino al fiume Piave. I luoghi principali dove venne combattuta la battaglia di Caporetto furono l'omonima conca, le valli del Natisone e il massiccio del monte Colovrat. La posizione di Caporetto (Kobarid in sloveno) è particolarmente strategica dato che si trova all'incrocio tra il corso dell' Isonzo e la valle che porta verso la pianura padana.

            Il Sacrario militare di Caporetto o Sacrario di Sant'Antonio raccoglie le spoglie di 7014 soldati italiani. I loro nomi sono incisi in lastre di serpentino color verde. Costruito ad opera dello Stato italiano a cui dopo  la Prima Guerra mondiale apparteneva quella regione, il Sacrario è stato terminato nel settembre 1938 e fu inaugurato dal Capo di Governo dell'epoca, Benito Mussolinii. È stato costruito sul colle Gradi? su progetto dello scultore Giannino Castiglioni e dell'architetto Giovanni Greppi a nord dell'abitato di Caporetto e vi riposano le spoglie dei soldati italiani traslati dai cimiteri militari della zona, tra cui quello di Plezzo (Bovec). Tra le 7014 salme ve ne sono 1748 ignote che sono raccolte in sei tombe poste ai lati delle scalinate centrali. Dalla piazza principale del paese una strada asfaltata conduce al piazzale sovrastante e lungo la stessa si incontrano le quattordici stazioni della via Crucis. In cima alla costruzione si trova la chiesetta dedicata a Sant' Antonio di Padova, consacrata nel 1696 e pertanto già pre-esistente.

            Ancora oggi mi assale la commozione ogni volta che rivado con il pensiero all' Alpino trombettiere che intonava il 'silenzio fuori ordinanza' allorchè l'Ambasciatore d'Italia a Lubiana accompagnato dal Console Generale a Capodistria deponeva una corona d'alloro ai piedi della lapide in cui è scritto “ONORE A VOI CHE QUI CADESTE VALOROSAMENTE COMBATTENDO” ed al Coro degli Alpini che accompagnava la S. Messa nell'affollata chiesetta.

            Poiché malgrado i condivisi valori ed ideali europei i retaggi storici e bellici tra Italia e Slovenia non sono definitivamente sopiti e talvolta riaffiorano, considero fra i più significativi successi della mia missione in Slovena esser riuscito ad avere la presenza congiunta degli allora Ministri della Difesa Parisi e Erjavec alla cerimonia dell'ottobre 2007 al Sacrario (credo sia stata la prima  presenza ministeriale congiunta ed ufficiale italo-slovena al Sacrario). Il mese prima aveva reso omaggio al Sacrario anche il Presidente del Consiglio Prodi, in visita ufficiale in Slovenia, accompagnato dal Primo Ministro sloveno Janša.

 

Segni di solidarietà e di fratellanza per Caduti che appartengono alla comune memoria.