Memorie



Un ricordo di Patricio Alywin

di Michelangelo Pisani Massamormile

 

Il Cile sta osservando tre giorni di lutto per la dipartita di Patricio Alywin, a 97 anni di età.'E giusto che il Paese lo pianga e lo rimpianga. Quando Egli assunse la Presidenza, nella primavera del 1990, il Paese era ancora profondamente diviso, le vittime delle violazioni, durante i 17 anni di Dittatura, non avevano ricevuto neppure un risarcimento morale, i familiari di 3.000 desparecidos, privati di una tomba su cui pregare. Castro era presente con una opposizione armata. Nei 4 anni di Presidenza, la transizione democratica si avviò senza ulteriore spargimento di sangue. Oggi il Cile è il Paese più stabile e sicuro della America Latina. Tra i Paesi in via di sviluppo, il reddito medio individuale è vicino alla soglia che permette l'inclusione del Cile tra i Paesi industrializzati. Questo strabiliante risultato è stato raggiunto grazie ad un Popolo con alto e generoso senso di Nazione, di Solidarietà, in assonanza con Ricordi e Valori. Ma il cammino non sarebbe stato ritrovato se Patricio Alywin non avesse avuto il coraggio, direi la temerarietà, di affrontare una doppia contraria corrente, già come Capo della coalizione democratica, prima delle elezioni presidenziali e parlamentari del dicembre 1989. Occorreva allora negoziare con Pinochet perché le Forze Armate erano in pieno controllo e godevano ancora dell'appoggio di una cospicua percentuale di elettorato. Il Partito Comunista ammoniva sulla inaffidabilità di Personaggi che, senza il Potere, avrebbero perduto la immunità. Il negoziato pertanto, si aggiungeva, sarebbe stato accettato da Pinochet solo per motivi propagandistici e di immagine: egli non avrebbe mai accettato un responso elettorale a lui contrario. Il PCC non aveva partecipato al Referendum dell'ottobre 98 ed ammoniva i Partiti fratelli in Europa a non permettere le piene relazioni diplomatiche dei rispettivi Paesi, fino a quando gli Ambasciatori avessero dovuto presentare le credenziali a Pinochet. Alywin fece, nel negoziato, ampie concessioni persino sulla legge elettorale affinché i Partiti che avevano simpatizzato con la Dittatura ottenessero, nonostante che fossero nei sondaggi nettamente in minoranza, una rappresentanza parlamentare, tale da rassicurarli e permettere loro una apposizione costruttiva. Una volta eletto a Capo dello Stato, Alywin andò oltre. Alle vittime ed ai familiari dei desparecidos che credevano ,dopo 17 anni di attesa, di poter finalmente chiedere Giustizia, offrì Verità in cambio della richiesta Conciliazione . La proposta sembrò una provocazione ad un gruppo di giovani che ricordavano appena il volto del Genitore scomparso. Con la Dittatura avevano, con la protesta ,sfidato il Governo. In Democrazia , la protesta doveva rafforzare il Governo. Tra i Paesi amici scelsero quello che nella Dittatura li aveva maggiormente appoggiati e ne occuparono l'Ambasciata. Da prima Alywin si turbò per l'amichevole accoglienza offerta. Poi comprese ,da grande Statista quale era,che la sostanza vale più della forma ,che si deve privilegiare la razionalità rispetto alla emotività. E' un episodio che merita essere ricordato per onorarne la memoria,ma anche come esempio da imitare,pur in condizioni diversamente difficili.

ALLEGATO: Articolo da "El Mundo" del 20 aprile 2016